PERCHè STANZA ENEA ODV

Avvenne che mentre Pietro andava a far visita a tutti si recò anche dai santi residenti a Lidda. Là trovò un uomo di nome Enea, che da otto anni giaceva paralitico in un letto. Pietro gli disse: «Enea, Gesù Cristo ti guarisce; alzati e rifatti il letto». Egli subito si alzò. E tutti gli abitanti di Lidda e di Saron lo videro e si convertirono al Signore.
(Atti 9:32-35)

Enea è un personaggio che troviamo nel libro degli Atti degli Apostoli al capitolo 9. Da otto anni giaceva paralizzato a letto e fu guarito quando l’apostolo Pietro visitò i credenti di Lidda.
La sua storia presenta alcuni interrogativi:

  • ​Enea era credente? Sembrerebbe di sì; almeno sembra essere annoverato fra i “santi residenti a Lidda”;
  • Perché ha dovuto aspettare otto anni per la guarigione?
  • Era proprio necessario che arrivasse Pietro?
  • I credenti locali non potevano pregare per lui e per la sua guarigione? Forse non osavano, non avevano abbastanza fede. O forse non era il momento?

Sono domande tremendamente attuali. Il malato e il disabile cristiano è spesso tormentato da queste domande; perché il Signore non mi guarisce? Perché nessuno nella chiesa sa imporre le mani e guarire, come fece Pietro? Forse sono io che non ho abbastanza fede? Se viene qualcuno di famoso in zona, mi potrà guarire? Ma può essere volontà di Dio che io stia male?

Molti hanno scritto e discusso su queste cose e noi, in questo sito, non vogliamo affrontare questioni teologiche. Tuttavia forse è buono chiarire che:

​Crediamo nella guarigione divina;

Crediamo che Dio non guarisca sempre o subito in questa vita;

Il pieno effetto della croce, compresa la guarigione fisica per tutti, si avrà solo nell’eternità.

​Nel frattempo Enea aspettò otto anni.

​Stanza Enea ODV si rivolge agli Enea di oggi, a quelli che credono, ma che non hanno (ancora) ottenuto la guarigione, certi comunque che Dio non li ha abbandonati, e che, strano a dirsi, sono più che vincitori anche se disabili! È con voi che vogliamo comunicare, per incoraggiarci a vicenda, per scambiarci testimonianze e per offrire una testimonianza d’amore ai tanti disabili del mondo che non hanno Gesù.

È con i vostri cari che si prendono cura di voi che vogliamo parlare. Vogliamo incoraggiare i tanti genitori, mogli e mariti, con malati in casa e vogliamo dire loro che Dio li ama e li vuole aiutare.

Vogliamo invitarvi a scrivere e mandarci le vostre testimonianze su come Dio vi ha sostenuti nei momenti più bui della malattia, di come ha operato nel vostro cuore. Vogliamo essere edificati, per edificare chi Cristo non ce l’ha.

Benedetto sia il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione, il quale ci consola in ogni nostra afflizione, affinché, mediante la consolazione con la quale siamo noi stessi da Dio consolati, possiamo consolare quelli che si trovano in qualunque afflizione.
(2 Corinzi 1:3, 4).

A livello personale ho lavorato come insegnante e sono impegnato nell’attività pastorale all’interno delle Chiese Evangeliche.

Gianantonio Rozzini